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Gallicianò

Tra i meandri del maestoso nastro d'argento, lungo uno dei costoni rocciosi che degradano verso la più importante fiumara dell'Aspromonte, a 620 m.s.l.m., sorge Gallicianò, piccolo borgo grecofono della Vallata dell'Amendolea, oggi frazione del comune di Condofuri.

Fino a tempi piuttosto recenti, come accadeva per altri borghi aspromontani, questo piccolo villaggio era raggiungibile esclusivamente a piedi camminando per ore lungo i sentieri che si snodavano tra i selvaggi crinali risalendo la fiumara, le storiche mulattiere che attraversavano le campagne o dalle vie che scendevano da Monte Scafi, la cui sommità, con i suoi 1138 m. s.l.m., si pone a protezione dell'abitato definito l’acropoli della area greka aspromontana.

Le sue umili e semplici origini sono certamente antiche. Non sappiamo con esattezza il periodo di fondazione, probabilmente però fu, dal principio, un villaggio di pastori e contadini. La più antica attestazione documentaria la troviamo all'interno del Brebion della Metropoli bizantina di Reggio risalente all'XI sec., dove viene riportato il toponimo "To Galikianon". Seguì le vicende storiche della Baronia dell'Amendolea, che aveva tra i suoi possedimenti anche le terre di Roccaforte (Vunì), Roghudi (Richudi) e, più tardi, Condofuri.

Qui, come negli altri centri dell'intera isola ellenofona, le condizioni di isolamento e la tardiva "contaminazione" con il mondo esterno, hanno permesso la sopravvivenza di un patrimonio materiale e, soprattutto, immateriale di inestimabile valore. Cultura e sincretismi affondano le radici nella Magna Grecia e sono stati tramandati di generazione in generazione fino ai giorni nostri attraverso segni, parole, musica.

Gallicianò è uno scrigno. La grecità di questi luoghi la si respira nelle iscrizione in greko che danno il benvenuto a ogni visitatore, nell'accoglienza dei suoi abitanti, nell’ascoltare il suono di questa meravigliosa e antica lingua, oggi riconosciuta come minoranza linguistica.

Sulla piazza principale del paese, Platia Alimos, si affaccia la Chiesa di San Giovanni, santo patrono di Gallicianò la cui festa si celebra il 29 agosto, mentre nella parte alta del paese sorge la suggestiva Chiesa ortodossa dedicata alla Madonna di Grecia (Panaghia tis Elladas) con le sue icone di ispirazione bizantina e gli ornamenti caratteristici della tradizione greco-ortodossa. Imperdibile una visita al piccolo Museo etnografico dedicato ad Anzel Bogasàri-Merianoù, filologa greca giunta a Gallicianò negli anni '60 per approfondire gli studi sui borghi grecanici della Vallata dell'Amendolea, alla Fontana dell'amore (Cannalo Tis Agapi) e al piccolo teatro dedicato a Bartolomeno I, patriarca di Costantinopoli, da cui ammirare dall'alto il borgo e un magnifico paesaggio sull'intera bovesìa.
Un luogo fermo nel tempo. Quaranta abitanti in un grappolo di case sulle rocce, Gallicianò è un piccolo borgo che ricade nell'area grecanica del Parco Nazionale dell'Aspromonte, affacciato sulla fiumara Amendolea. Tra gli stretti vicoli del paese ancora si sente parlare in grecanico e anche le vie del paese sono scritte sia in italiano che in greco di Calabria.

Il nucleo abitativo si distribuisce attorno alla piazza con al centro la chiesa di San Giovanni Battista: questo piccolissimo abitato, nel quale ancora oggi tutti parlano il greco, è pervaso da uno spiccato senso dell'ospitalità.
Tra i gioielli storici e culturali custoditi dal borgo, la chiesetta ortodossa della Madonna dei Greci. Un luogo unico e di altissimo valore. Simbolica anche la "Fontana dell'Amore", (…dove anticamente si incontravano i fidanzati…), mentre nel Museo Etnografico, sono raccolti attrezzi simbolici della cultura antica del posto.

Comune: Condofuri (RC) | Regione: Calabria | Localizza sulla mappa
Galliciano, Chiesa
Galliciano, Chiesa
(foto di: Vincenzo Ielacqua)
 
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